Dibattere di educazione civica?
Da qualche anno, tra noi docenti, si parla di come integrare l'educazione civica nella didattica in classe, senza farla diventare un qualcosa a sé stante, rispettando la trasversalità che la caratterizza, senza perdere di vista la necessità di valutarla come le altre discipline.
Le linee guida esplicano chiaramente gli obiettivi che ci si aspetta gli alunni raggiunga alla fine del loro percorso scolastico, suddividendoli in tre nuclei concettuali: Costituzione che " ... contiene e pervade tutte le altre tematiche ... i comportamenti quotidiani delle organizzazioni e delle persone devono sempre trovare coerenza con la Costituzione, che rappresenta il fondamento della convivenza e del patto sociale del nostro Paese"; sviluppo sostenibile i cui "... obiettivi non riguardano solo la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali, ma anche la costruzione di ambienti di vita, di città, la scelta di modi di vivere inclusivi e rispettosi dei diritti fondamentali delle persone"; cittadinanza digitale "... deve intendersi la capacità di un individuo di avvalersi consapevolmente e responsabilmente dei mezzi di comunicazione virtuali".
La questione si sposta sul come perseguire questi obiettivi. Il MIM ed INDIRE stanno indicando come possibile strada l'utilizzo del DEBATE, una metodologia molto diffusa nei paesi anglosassoni e che affonda le sue radici nella tradizione universitaria medievale che aveva uno dei suoi pilastri nella retorica, la capacità del "bel comunicare" rispettando delle regole condivise. La sua evoluzione ha portato alla contrapposizione di affermazioni secondo regole che si basano sul rispetto dell'avversario e dell'auditorium; rispetto inteso in senso lato come rispetto dell'intelligenza altrui e dell'integrità delle proprie affermazioni. Diventa importante ribadire la propria posizione, suffragandola con evidenze oggettive, si insegna ad evitare affermazioni di "pancia" non dimostrabili: sparisce così il "si dice...", il "come tutti sanno...".
Il DEBATE è più complesso e articolato di quanto presentato, ma credo sarebbe un passo avanti se noi docenti provassimo a dare una possibilità a questa metodologia informandoci presso il sito INDIRE.


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