Il fact checking: alla ricerca della verità
Il fact checking: alla ricerca della verità
1. La lettura delle informazioni e il Framework OCSE - PISA
La metodologia del Debate è uno strumento fondamentale per sviluppare nei bambini e nei ragazzi la competenza digitale. In particolare, la ricerca documentale richiesta nel dibattimento costringe ad avere un atteggiamento critico nei confronti dei contenuti che si trovano in rete, riguardo la validità, l'affidabilità e il possibile impatto delle informazioni e dei dati reperiti. Ovviamente, il discorso si fa più interessante, in quanto chiama in causa i principi etici e legali relativi all'uso delle tecnologie digitali. Ma non solo: si lega all'esigenza (scolastica e non) di fornire agli studenti le competenze necessarie per riconoscere, comprendere, selezionare, produrre, utilizzare, valutare, conservare nel tempo informazioni strutturate e complesse.
Questo obiettivo è centrale nella didattica, a partire dalla Scuola Primaria, in accordo con quanto espresso nel Framework OCSE - PISA 2018 per la literacy. Di che cosa si tratta?
E' una cornice concettuale che intende sviluppare le competenze di lettura e analisi delle informazioni provenienti da fonti diverse per comprendere e valutare criticamente i testi, al fine di raggiungere i propri obiettivi e diventare parte attiva della società, offrendo un proprio contributo significativo allo sviluppo della conoscenza.
2. Il fact checking
Si tratta di una pratica di origine giornalistica riguardo la verifica dei fatti; essa si è sviluppata soprattutto dopo la diffusione del web 2.0 e dei social media. In realtà, questo ambito di studi interessa da vicino il Debate, in quanto si tratta di individuare, argomentare e spiegare la falsità di alcune notizie.
E qui il compito della scuola non può essere ignorato: bisogna fornire ai ragazzi la capacità di distinguere, discriminare, valutare, selezionare le informazioni. Questa serie di operazioni è necessaria per l'esercizio e la difesa della democrazia, ma anche per la formazione di una propria opinione motivata sull'argomento di discussione, in base al confronto tra diversi punti di vista, non solo in seguito all'adesione emotiva e al consenso generale.
Lo dimostrano anche i dati dell'indagine OCSE - PISA: riguardo il livello di analfabetismo funzionale, l'Italia è al primo posto in Europa. Ciò significa che il 28% della popolazione tra i 16 e i 65 anni non riesce a elaborare e utilizzare le informazioni in formato cartaceo e digitale. Si tratta di un'emergenza sociale che riguarda soprattutto le giovani generazioni, a rischio di un mancato sviluppo del pensiero critico e quindi di una mancata partecipazione democratica alle scelte della società.
Cosa fare? Sicuramente puntare sulla conoscenza della lingua e sull'ampliamento del lessico. Anche qui il Debate è una strategia vincente, perché costringe ad utilizzare sinonimi e a saper spiegare in modo chiaro e completo le proprie idee. La padronanza della lingua porta gli studenti a maturare la competenza alfabetica funzionale, cioè la cittadinanza linguistica. Senza lingua non c'è partecipazione democratica, tanto più per gli studenti di origine non italofona. In questa prospettiva, la lezione di Don Milani è ancora molto attuale e va recepita dagli ordinamenti scolastici.
3. A lezione di fact checking: proposte per la didattica anche in preparazione al Debate
La scuola deve rispondere a questa esigenza globale, ristrutturando la didattica tradizionale per fare spazio ad altre attività, quali:
- distinguere i fatti dalle opinioni, partendo da giochi o attività con i compagni, fino alla lettura di articoli e alla stesura di interviste
- distinguere le opinioni dai giudizi attraverso la lettura di testi espositivi e informativi per insegnare l'importanza dei dati, come supporto delle affermazioni
- verificare l'attendibilità delle notizie attraverso l'ausilio degli strumenti digitali
- valutare l'attendibilità di un sito web: a questo proposito il motore Whois permette di avere maggiori informazioni sul dominio del sito, in modo da vedere anche le informazioni nascoste
- valutare l'autorevolezza di una rivista scientifica: è molto importante il cosiddetto "impact factor", cioé l'indice del numero medio di citazioni ricevute in un anno da altre riviste scientifiche
- valutare le intenzioni comunicative dell'autore: si valuta se gli autori informano o cercano di convincere, se citano le fonti delle loro informazioni e se aggiornano i loro articoli
- analizzare un testo online: dopo aver diviso i fatti dalle opinioni, si controllano la data, l'autore e il contesto e si confrontano con altre fonti accreditate.
4. Conclusioni
Le nuove generazioni si trovano a vivere nell'epoca delle mezze verità e delle fake news, con pubblicità mascherate da notizie e opinioni presentati come fatti. Spesso, tuttavia, non hanno gli strumenti per difendersi e perseguire i loro scopi. A questo proposito, il ruolo dell'istruzione è imprescindibile per guidarli alla ricerca della verità e la metodologia del Debate si configura come opportunità preziosa per allenarsi alla ricerca attenta dell'informazione. I docenti hanno il compito proritario di guidare gli studenti alla verifica, comparazione e interpretazione di notizie e dati, al fine di raggiungere una piena cittadinanza digitale.
Annalisa Sardelli, 22/07/24
Riferimenti
A. Di Bono, Il debate nel primo ciclo di istruzione in "I quaderni della ricerca, 51", Loescher Editore, 2020
Raccomandazioni del Consiglio europeo, 2018.




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